Carissimi soci ed amici, in attesa degli eventi straordinari della prossima primavera – il patto di amicizia con la città di Würzburg del 26 marzo p.v. – l’anno che è appena iniziato, come è consuetudine della Nostra Presidenza, ha preso le mosse dall’approvazione del bilancio consuntivo 2017 e del bilancio preventivo del 2018. In gennaio, considerata l’indisposizione di Lidia Pizzo, il tema sul futurismo è stato sostituito dal film mensile, per quest’occasione La verità negata, del 2016. Il tema è scabroso. Come è possibile negare un evento storico quale è stato la Shoah? Eppure, alla fine degli anni’90, una squadra di storici anche italiani, guidati dall’inglese Irving, ci ha provato. Lo scandalo fu enorme. L’opposizione degli storici di tutto il mondo si coagulò nel ricorso di una giovane ricercatrice americana che provò con successo ad abbattere un mostro concettuale che aveva influenzato i giovani studiosi e che aveva riattivato un silente antisemitismo nel momento in cui i paesi arabi nel 2001 avevano prodotto l’altro mostro di Al-Qaeda e l’attentato delle torri gemelle. Film difficile per i profili giuridici e di metodo storiografico, ma significativo per la sua aderenza ai fatti che ci lascia più tranquilli nel respingere i rigurgiti parafascisti che stiamo subendo da qualche tempo. E proprio il 27 successivo al film il coro polifonico Giuseppe De Cicco, diretto dalla bravissima Maria Carmela, ci ha riportato nel dramma dei bimbi ebrei massacrati nei lager. Per non dimenticare, si è chiamata quella serata, dove le poesie recitate da Bibi Bruschi, le parole di speranza di Giovanna Marino e lo stesso Coro hanno rivissuto la tragedia, rimettendo a posto un doloroso tassello della nostra storia. E dopo una settimana, il coro medesimo, arricchito con la tromba di Carmelo Fede e dalla organista Cunegonda De Cicco, ha accompagnato la celebrazione ecumenica della parola di Dio, in occasione della settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. Padre Luigi Corciulo e padre Alphonse Nevoh per la chiesa cattolica; e il pastore protestante luterano dott. Andreas Latz, nostri vecchi amici fin dalla scorso anno, hanno officiato una messa cristiana elaborata dai fedeli dei Caraibi, popolo di schiavi che nella comune fede cristiana trovarono la forza per riscattarsi. Dopo i due eventi musicali – che hanno validamente sostituito gli appuntamenti tradizionali del caffè letterario, in cerca peraltro di un nuovo e meno rumoroso locale – due conversazioni di nostre due bravissime socie, nel segno della promozione delle risorse interne dell’Associazione, ci hanno proficuamente impegnati: intanto, Lidia Pizzo, ci ha parlato del futurismo in Italia, con una interessantissima riproposizione di quadri di Carrà e Boccioni, con aneddoti sulla figura di Marinetti e sugli sviluppi del futurismo fra l’espressionismo tedesco – fra Walden e Max Oppenheimer – fino al surrealismo di Dalì. Quindi, Francesca Morale, si è diffusa su Madame de Staël, una donna intellettuale che visse l’Illuminismo, la Rivoluzione Francese, la repubblica, l’impero napoleonico e la Restaurazione. In particolare, al relatrice non solo ha riassunto l’intensa breve vita della nostra eroina; ma ha anche tratteggiato l’opera sua più brillante, La Germania dove, volle mettere a confronto le due nazioni che fino ad allora si erano ignorati più per superbia della Francia, che non per l’orgoglio tedesco, all’epoca per la de Staël troppo acerbo e più sincero, magari più preciso e più serio della grandeur, ovvero della spacconeria napoleonica che era divenuta la caricatura monarchica che la Rivoluzione aveva spazzato via. Soprattutto, lo scritto in questione aveva anticipato l’onda romantica che dal 1815 in poi sommergerà tutta la cultura europea, che da Goethe a Manzoni, da Hugo a Stendhal, fino a Byron e Verdi, ribalterà le stantie culture classicheggianti e che solo in Leopardi potranno trovare una mediazione, visto che il recanatese seppe magistralmente recepire le novità nordeuropee, mantenendo il quadro tradizionale classico all’interno dell’Uomo e delle sue innate illusioni. Due relazioni che meriterebbero di essere ripercorse nel proseguire delle nostre attività, soprattutto alla luce della prossima relazione di Giuseppe Galletta sulla controversa figura di filosofo della storia che fu Walter Benjamin.
Avv. Giuseppe Moscatt
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.