Nietzsche, Kafka, Bonhoeffer, Lutero, quattro pilastri della cultura europea e mondiale sono saliti sul palco dell’Associazione negli ultimi due mesi. Von Leitis e Andreas Lahr hanno dato vita al professorino di Weimar che sconvolse le basi razionali della società borghese, distruttori sia della positività del capitalismo industriale, sia della morale kantiana . Se Andreas Lahr, docente di filosofia a Berlino, ci ha illuminato sulle radici pietiste del Così parlò Zarathustra proprio perché la sua tesi più eccentrica, la morte di Dio e la presunta menzogna di Paolo di Tarso sulla Resurrezione di Cristo, è figlio della libertà del Cristiano di Lutero; così il regista americano di lingua tedesca Von Leitis ha letto brani del Zarathustra, dove è emersa la poeticità musicale del verbo nietzschiano. Del pari, la filosofia dello scrittore filosofo di Praga è stata analizzata da Micaela Latini davanti alla porta della teologia. Anche Kafka ebbe un triste lascito da Lutero, la colpa biblica che grava su ciascuno di Noi. Colpa che lo tormentava nella ricerca della verità di Dio, che quasi maliziosamente si nascondeva dietro una porta chiusa. Il Praghese con rara maestria lo narrò nel suo più famoso apologo, dove appunto la ricerca della conoscenza è negata da Dio e che produce i mostri della nostra vita, la macchina infernale e le case spettrali che descrisse nei suoi romanzi. Dio è un giudice cattivo che si diverte a farci soffrire? Questo è quesito che la Latini ci ha ben disegnato nella sua tanto ispirata quanto tremenda interpretazione. Ma una luce del ‘900 è apparsa: Dietrich Bonhoeffer. Nelle sue brevi meditazioni, il teologo protestante – ormai, però acquisito con certezza nel panorama della teologia cattolica – è Cristo che ha interpretato il Dio nascosto della Torah ebraica, che il Lutero giovane aveva rinvenuto nelle sue prime traduzioni bibliche. E Gesù che ha aggiunto e ha corretto con Se Stesso Sequela, Comunità, Resistenza e resa, sono i tre libretti di preghiera del pastore berlinese che hanno aperto uno squarcio di speranza nel triste panorama protestante post luterano, dove la chiave paolina di Lutero, la giustificazione per sola fede, sola scrittura, sola grazia e sola gloria di Dio nel mondo, trova nel quinto Solus – Gesù Cristo – la causa e lo strumento assoluto della rivelazione di Dio e la ineluttabile salvezza dell’uomo. A dire di Marina Gullo, esperta analista del pensiero protestante, la predetta riflessione di Bonhoeffer e la sua vita di energico oppositore al Nazismo, fino alla morte da martire, quasi un novello Socrate, testimoniano come il servizio alla comunità, la sequela apostolica, consentano al cristiano di resistere al mondo pur restandone parte vivente. La morte non fu una semplice resa; fu l’aver messo al centro della vita Cristo e l’amore dell’altro e questo era il solus Cristus proclamato da Lutero. Circostanza che acutamente Riccardo La Cara ha notato nel rileggere il ruolo di oppositore al nazismo dello stesso Bonhoeffer. Ma allora, ecco Lutero, radice di tutto il percorso a ritroso del cammino culturale finora percorsa. Adriano Prosperi, nella sua ponderosa biografia, insiste sul profilo incarnato proprio da Bonhoeffer, il concetto della libertà di coscienza, che a Suo parere non era mai diventato uno dei cardini dell’Europa moderna, un’idea forza anche del pensiero cattolico, come avvenne quasi di lì a poco con San Tommaso Moro. L’idea di una coscienza autonoma contro quella della coscienza etero diretta, nel caso storico quello della Chiesa romana. E qui Prosperi sottolinea la sua contraddizione: se dal precedente passaggio – la c. d. libertà del Cristiano – è nata l’idea moderna di tolleranza e libertà; come mai difese i Principi tedeschi nella rivolta dei contadini? Come mai aizzò il popolo tedesco contro gli Ebrei? E il rapporto di amore/odio per Erasmo da Rotterdam, tutore del libero arbitrio dell’uomo di origine classica? Quanto era medievale il servo arbitrio di Lutero? Certamente, la fonte di tale estrema ambivalenza derivava dal principio paolino dell’origine divina del potere. Ma del pari Prosperi rileva una parte stranamente taciuta dai nemici di Lutero: se il potere deriva da Dio, anche da Dio è delegato l’uso della spada, che va usato con attenzione e va verificato sempre, se la scrittura lo consente nella realtà quotidiana e nel contrasto storico. Dunque un messaggio ai potenti di cautela nell’esercizio del potere, altro che uso delle armi indiscriminato e di prepotenza di classe … In realtà, il vero senso della libertà di Lutero è tutto interiore: La fede … unisce anche l’anima a Cristo come una sposa al suo sposo. Da queste nozze segue, come dice Paolo, che Cristo e l’anima diventano un corpo solo: così diventano comuni a entrambi anche i beni e i mali .. Cristo… assume come proprio, per mezzo dell’anello nuziale, cioè della fede, i peccati dell’anima credente… Così l’anima … è resa pura e libera da tutti i suoi peccati e dotata dell’eterna giustizi del suo sposo Cristo. Prendendo spunto, invero dal legame matrimoniale, Lutero usciva dalle strettoie dell’Antico Testamento che metteva l’uomo in angoscia per le difficoltà naturali di obbedienza cieca ai 10 comandamenti. La liberazione di Lutero era nel Nuovo Testamento: se credi sarai salvo! E Bonhoeffer si era arreso, aveva abbandonato la resistenza naturale dell’uomo. Marina Gullo proprio questa via ha proposto nel suo interessante intervento: la questione del limite, fra libertà spirituale dell’uomo interiore e la schiavitù del peccato dell’uomo quotidiano attanagliò tutta la vita del futuro monaco e sacerdote. E’ questo che la Gullo vede di rilevante e nella ricerca acribica di Prosperi: proprio contro il Papato di Leone X e nelle parole di Worms, nonché nell’incendio della bolla di scomunica, Lutero diede ascolto alla sua coscienza di fedele lettore ed esecutore della scrittura. Nondimeno, Andreas Latz, pastore protestante già a Noi noto per i suoi precedenti interventi in Associazione, ha ricordato come un attuale storico tedesco, di fede riformata e di cultura ecumenica, Heinz Schilling, ha sottolineato che la stessa Chiesa Romana ha oggi ragione di rivalutare Lutero: non solo perché il suo pensiero la ripulì dalle incrostazioni secolari del Rinascimento e per aver ravvivato la fede ormai perduta nei sacri Palazzi Romani ma anche riscoprì lo spirito del primo millennio, fatti che il Concilio Vaticano II ha rinnovato proprio alla fine di quel secondo millennio tanto secolarizzato. Prosperi, a conclusione del suo intervento e anche a chiusura del suo splendido volume, accoglie questo punto di vista, anche se non manca di avvertire che un altro grande dell’epoca Niccolò Machiavelli, aveva ripreso dalla storia romana lo stesso principio: la nostra religione era stata rinnovata da Lutero … la quale, se non fosse stata rivolta verso il suo principio da San Francesco e San Domenico, sarebbe del tutto spenta. Parole profetiche che hanno messo fine al dibattito per aprirne uno altrettanto complesso che potremmo sintetizzare con l’eterna domanda: e oggi che fare? Infine i due caffè letterari: il 18 settembre, lo scrivente ha raccontato il suo lungo viaggio in Germania, con tappa obbligata a Würzburg, dove come già saprete abbiamo firmato un patto di amicizia e collaborazione con le associazioni locali, preparatorio a un prossimo patto, fra le stesse parti a Siracusa. Esperienza irripetibile ed entusiastica per la nostra città, tanto più che il gemellaggio istituzionale è sicuramente di grande rilievo. Nondimeno, Lidia Pizzo, il 16 ottobre ha riaperto gli incontri d’arte, partendo dalla rivoluzione scientifica di inizio secolo nel tempo e nello spazio di Einstein, dimostrando mirabilmente i legami sempre più evidenti con le scuole di pittura del 1° novecento, quali il cubismo, il futurismo e il dadaismo. Arrivederci a novembre.
Avv. Giuseppe Moscatt
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