Con il ritiro culturale all’agriturismo Casedamma termina per la consueta pausa estiva l’attività sociale, che si preannunzia altrettanto fervida di iniziative nel prossimo autunno, sempre in armonia al tema centrale di quest’anno, i cinquecento anni dalla nascita del Luteranesimo, quando cioè Martin Lutero inchiodò alla porta della Chiesa Madre di Wittemberg le famose 95 tesi che per tanti hanno simboleggiato l’inizio dell’età moderna in Germania prima (1517)e che dopo un quarantennio di polemiche e tentavi di si riconciliazione, vide la frattura con la Chiesa romana e il Concilio di Trento del 1563. Discussioni e rotture, proposte di dialogo e progressive separazioni in pieno Rinascimento, come ci ha brillantemente esposto Lidia Pizzo, nel suo caffè artistico, ultimo di un ciclo iniziato in primavera, prima con Cranach, il pittore di Lutero, e poi il 2 maggio concluso con l’ultimo Michelangelo nella sacrestia nuova di S. Lorenzo a Firenze. Delle sculture della sacrestia nuova (1521-1534), Lidia Pizzo ci ha dato una lettura per così dire alchemica: secondo Lidia, con la Madonna in grembo con Gesù, Michelangelo volle significare che le glorie terrene passano, mentre soltanto la spiritualità e la religione riescono a dare sollievo alle inquietudini degli uomini. Concetto che qualche anno dopo, nel pieno dell’ondata protestante di Lutero, Pontormo esprimerà in pittura nel coro della stessa chiesa. L’alchimia sarebbe una forma di nicodemismo nell’arte, cioè il messaggio ambivalente che sviluppa un pensiero eterodosso pure nell’alveo dell’ortodossia, un messaggio che sta a significare il disagio dell’artista che nel proprio animo si ribella ai dettami del classico dominante e ritorna alle origini dell’uomo, alle ansie e ai dubbi del credente, che mal sopporta le tradizioni che hanno soffocato la scrittura, unica fonte della parola di Dio (la sola scriptura di Lutero, ma anche di S. Francesco!). La paura di incorrere negli strali della chiesa Cattolica e nelle scomuniche tridentine spinsero non pochi artisti a nascondere, o a camuffare il loro pensiero e a fare quel che imponeva il sentire dominante. E non fu la prima volata nella storia d’Italia… A seguire due appuntamenti che apparentemente hanno deviato dal tema di cui sopra: il film del 2012 La scelta di Barbara del regista tedesco emergente Christian Petzold e la conversazione-intervista di Gianni Ghiselli, sulle due opere in scena attualmente al Teatro Greco, i 7 a Tebe, di Eschilo e Le Fenici di Euripide. Abbiamo detto apparentemente: infatti il film di Petzold è un capolavoro di nicodemismo, visto che tratta di una dottoressa dissidente della Germania est che si fa trasferire agli estremi confini del nord proprio per passare all’ovest, in barba ai controlli comunisti. Il tema non è nuovo: già in Le vite degli altri la situazione politica e sociale a Berlino est non era all’apice della democrazia, dato che i protagonisti di quel film soffrivano non poche torture fisiche e morali da parte del regime tirannico comunista, nè del pari i funzionari di polizia erano del tutto convinti di quello che facevano. Nicodemismo degli uni e degli altri: Barbara non fa che nascondere i propri sentimenti e però fa di tutto per fuggire. Ma quando una giovane dissidente subisce l’ennesima violenza da parte di un poliziotto, neppure del tutto convinto di dettami dello Stato tirannico, allora si fa da parte e finalmente si espone. Così consente la fuga della giovane e si presenta alla polizia per affrontare le conseguenza della sua disobbedienza. Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi, disse il Galileo di Brecht, un altro intellettuale dissidente che alla fine del suo percorso culturale marxista si oppose alla dittatura del partito e che morì in forte contrasto con coloro che aveva in gioventù osannato. Nondimeno la coerenza eschilea al mito e agli Dei e il dubbio euripideo che assalì gli eroi della trilogia edipica nelle due tragedie costituiscono il tema dominante che le lega e che avuto in Ghiselli un ottimo critico, di fronte alle incalzanti domande che lo hanno indotto a rispondere non solo sulla base dell’elemento filologico che da maestro ha saputo ben orchestrare, ma anche evidenziando le insospettate attualità di quel mito, in armonia al metodo interpretativo di individuazione dei valori assoluti dell’uomo dai greci ad oggi. Infine, in giugno l’Associazione si è dedicata ad iniziative culturali che hanno visto impegnata la cittadinanza a riattivare contenitori di storia siracusana abbandonata e lontane ancora da una decorosa ristrutturazione. Non solo si è avviata col comitato cittadino una stretta collaborazione per la salvaguardia di Villa Reimann, essendo Christiane Reimann danese di nascita e siracusana d’adozione, una professionista qui operativa legata alla nostra città; ma anche perché la Reimann donò alla città una rilevantissima biblioteca con numerose pubblicazioni in lingua tedesca che si cercherà di curare e conservare. Di più: si è aderito ad analogo comitato per la tutela della chiesa del Collegio dei Gesuiti in Ortigia, da decenni chiusa e in grave pericolo di stabilità. Proprio in relazione al gemellaggio proposto con la città di Würzburg, si sta tentando di organizzare un fronte comune per salvare questo monumento di arte barocca, non di minore portata della chiesa gesuita di S. Michele di quella città. Nel prossimo comunicato daremo conto di tale progetto, già sensibilizzato a livello governativo, visto che la chiesa del collegio appartiene singolarmente al demanio regionale. Quanto agli incontri letterari, ho voluto offrire una rapida panoramica dell’altro ramo del Protestantesimo, il Calvinismo, sviluppatosi in modo molto più veloce e ben più incisivamente del Luteranesimo, dalla valli svizzere ai fiordi scozzesi; fino ai territori americani e alla Caccia alle streghe di Salem e quelle del ‘900 nell’America di Truman… Sì, perché il Calvinismo nella sua integrità morale e religioso, è padre del giacobinismo rivoluzionario di Robespierre, del capitalismo inglese di Cromwell; e del marxismo-leninismo, perché dal Calvinismo ereditò l’abnegazione e lo spirito antitollerante che aleggia in coloro che credono senza dubbio di essere nel giusto… E che tale svolta estremista del protestantesimo non era quello che aveva voluto Lutero, ce lo dice il Pastore Andreas Latz, che giorno 17 u.s. ha voluto incontrarci, sottolineando la prospettiva ecumenica di Lutero, invitandoci ad abbandonare lo spirito fazioso di quasi cinque secoli che ha diviso i cristiani. Andreas ci ha offerto una splendida meditazione su Lutero maestro di fede, lettore della Bibbia, testimone dl vangelo, che ci chiama al rinnovamento spirituale, promotore dell’ecumenismo, Padre della Chiesa universale, come Agostino, Francesco di Assisi, Dietrich Bonhoeffer (v. la relazione per intero su questo portale). A fargli da ottimo controvoce cattolica, è stato Gino Sanfilippo che ha ripreso magistralmente le aperture al dialogo postconciliare con i Luterani, fino al recente incontro a Lund nel 2016 fra Papa Francesco e i vertici di quella chiesa. Gino ci ha dato la sua interpretazione di tali ponti fra le due Chiese: rileggere insieme la patristica cristiana del1° millennio, fin da Agostino, padre di tutta la Cristianità, all’epoca fuori dal potere temporale bassomedievale che generò le degenerazioni sollevate da Lutero. Un ritorno alle radici del Cristianesimo, dunque, quello di Lutero, molto lontano dalle devianze politiche di Calvino. Un bel tema che continuerà ad appassionarci per tutto l’autunno, soprattutto la luce dell’opera del nostro amico Adriano Prosperi, che presenterà un libro su Martin Lutero il 21 ottobre p.v. proprio da Noi (per informazioni sulla vendita telefonare allo scrivente) senza contare l’intervento del 6 ottobre di Riccardo La Cara, altro nostro amico, proprio su Dietrich Bonhoeffer, che nel ‘900 mediò fra le due Chiese. Intanto buona estate e arrivederci all’8 settembre, quando lo stesso Andrea ci parlerà del filosofo più religioso dell’età laica, Friederich Nietzsche.
Avv. Giuseppe Moscatt
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