Carissimi soci e amici, l’ultimo bimestre delle nostre attività ha visto il gradito ritorno di due valorosi geni della cultura tedesca dell’ 800, Richard Wagner e August von Platen. In particolare, il tema proposto e analizzato con estrema finezza e ampiezza di orizzonti, come è solito fare il nostro carissimo amico Fernando Giovale, che è partito dal verso wagneriano vom Fluch ein Weib allein kann mich erlösen – dalla maledizione solo una donna mi può redimire, tratto dal libretto dell’Olandese volante. Tuttavia è impetuosamente sfociato nell’altrettanto suggestivo del Vampiro, proprio del cinema tedesco espressionista. Con precisione teutonica, Fernando Gioviale ha ritrovato l’anello di congiunzione fra questi due mitici argomenti proprio nella romantica figura femminile, pronta a morire per salvare e riportare in pace il proprio amato. E di questo tema, si è passati dalla letteratura – lo stesso libretto del 1841 di Wagner, il Dracula di Bram Stoker del 1897, fino alla pièce teatrale di Hamilton Deane e John L. Balderston degli anni ’30, con un Dracula interpretato al cinema dallo strepitoso Bela Lugosi. relazione densa delle citazioni di Murnau, Herzog e Coppola, tre registi che in epoche diverse hanno prolungato la fortuna di quel mito. Non si poteva, allora, che vedere dal vivo uno di questi film: lo abbiamo riservato il 16 dicembre, quando abbiamo potuto seguire le mosse dell’opera principale di Herzog, Nosferatu; Phantom der Nacht, del 1978, reso da un inimitabile Klaus Kinski e dall’eterea Isabelle Adjani, la donna che lo salva pur morendo per lui. Grazie ancora al prof. Gioviale per questo originale percorso culturale di due secoli. E veniamo all’altro grande genio che venne a morire proprio a Siracusa, von Platen, che chi ci segue sa che è una tappa obbligata per il nostro programma d’autunno: od in ottobre; quando nacque nel 1796 ad Ansbach, oppure in dicembre, il 5 del 1835. Poeta, scrittore, drammaturgo, saggista e ancor più un discreto narratore di luoghi e città italiane. Von Platen ha subito letture critiche parziali, per non dire equivoche e superficiali, perfino traduzioni italiani fuorvianti del suo messaggio poetico. Da quando Thomas Mann ha riaperto nel 1948 nuovi orizzonti del suo pensiero, la letteratura europea si sta accorgendo di un personaggio ben diverso da quello propinatoci dai classicisti italiani – vedi Carducci – e dai detrattori neonazisti che lo hanno bollato come un omoerotico insulso e formale. Noi da qualche anno, invece, dopo la revisione critica dei tedeschi per mano di Gunnar Och, che abbiamo apprezzato direttamente qualche anno fa; abbiamo deciso di ricordarLo con un mezzo culturale di comunicazione che a Siracusa sembra desueto: il teatro. Da una nostra idea, prontamente recepita ed attuata da Remo Romeo, abbiamo varato un dramma sulla sua morte, che costituisce ancora un mistero. Tre atti, molti dialoghi fra i siracusani e lo straniero, magari un pò strano, ma curioso e desideroso di finire il suo viaggio terreno in pace, dopo quasi 39 anni di peregrinazione in Europa, fuggito dalle sue terre perché non capito, ma non ancora giunto al suo capolinea. Si è detto di Wagner, nicht mehr/noch nicht, cioè mai più e però non ancora, definizione che lo accomunava all’Olandese volante. Ci pare che anche von Platen lo sia stato: solo che August non ebbe il tempo di trovare chi lo potesse redimere, uomo o donna che fosse. Il dramma nel vivo è andato a buon fine, anche per la ottima interpretazione di Albrecht Metzler, giovane attore di Marburg, venuto appositamente da noi per esprimere in corretto italiano il dolore, ma anche la coscienza di un destino di morte che lo vede sì assente nel terzo atto, ma presente nello spirito del nobile siracusano Don Gesualdo – alias Landolina – che gestì con dubbia falsità le modalità della sua morte non ancora risolta definitivamente. L’intera compagnia Il siparietto, abituata a inscenare commedie siciliane, qui invece ha saputo rappresentare il dialogo fra due mondi opposti, ma che poi hanno trovato l’inevitabile ponte nel mistero dell’uomo, non solo nella morte, ma anche nella vita quotidiana…..Quotidiano che incombe anche per la vita sociale: il 9 dicembre abbiamo tenuto il consueto ricordo del Natale cristiano fra cattolici e protestanti. E’ stata una propizia occasione per il dialogo con i fratelli protestanti alla luce del recentissimo viaggio di Papa Francesco in Svezia. Su quest’ultimo tema dovremo ritornare molto più ampiamente nel 2017, in relazione alla ricorrenza fondamentale della Riforma Protestante, a mezzo millennio dalla sua avvenuta. Intanto, al termine dell’anno, nel rinnovare i migliori auguri di Buon Natale e di Felice anno nuovo, ricordiamo l’adempimento essenziale per l’Associazione l’iscrizione per il prossimo anno. Di nuovo ancora, buone feste.
Avv. Giuseppe Moscatt
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