Carissimi soci e amici, il cuore del mese di aprile è stata la settimana della letteratura tedesca del ‘900, dove sono state presentate le figure di Joseph Roth e di Hermann Hesse, due pilastri della cultura germanica contemporanea. In anteprima però, all’appuntamento tradizionale al Museo del Cinema, ci siamo dedicati a riproporre un monumento del cinema italiano, La leggenda del Santo bevitore, ultima opera di Roth. Ma la trasposizione del romanzo – premiata a Vienna nel 1988 – e che è aderente nello spirito, benché questo si legga con molta più leggerezza e quasi con ironia – nella lettura di Olmi è più greve, effetto di un colore pesante quanto denso di silenzi, in una Parigi piovosa e ombrosa, dove Roth riassume il suo pensiero di vita. Come ci diranno qualche giorno dopo, Mario Valastro e Marino Freschi, sia nel caffè letterario che nella conversazione successiva, Roth è un viandante senza Itaca e proprio Freschi si è dedicato ai suoi controversi rapporti con il Sionismo e la continua sottolineatura della sua identità ebraica, messa in evidenza nel contrastare quel movimento. Ciò che però Freschi segnala è il destino errabondo degli ebrei, tali da ricreare un modello antropologico dell’essere umano contemporaneo, spesso sradicato e nomade nel mondo. Caratteristica che Freschi deduce dalla vita di Roth, eterno giornalista nell’Europa fra le due guerra, in perenne domanda e senza risposta, nostalgico conservatore dell’Impero Austro-Ungarico e restio all’opzione sionista di ritorno finale in Palestina che non riuscì mai a comprendere. Ma qual’é il nucleo del pensiero di Hesse? Già il titolo prescelto dal prof. Freschi è emblematico: 1914, guerra e e pace. E la scelta del tema non è stata casuale: non solo perché il Relatore da tempo ha in mente di incrementare il suo fitto carnet di studi studi germanistici proprio con il romanziere di Calw; non solo perché ne ha reinterpretato gli scritti politici in polemica con la cultura dominante nell’horribilis estate del 1914; ma anche perché Freschi ha voluto ricordare come Hesse avesse omaggiato Goethe nel suo errabondo cammino verso quella pace universale nella Kultur Mitteleuropea, poi nostalgicamente sognata dall’altro padre spirituale del ‘900, Friedrich Nietzsche. In uno dei più belli appelli alla ragione per la neutralità, scritto in un articolo del 3 novembre 1914, Hesse aveva ammonito – con le parole di Beethoven poste all’inizio dell’Inno della gioia al termine della Nona Sinfonia, Amici, cessate questa musica! – vale a dire l’ideologia della Zivilitation, che considera borghesemente la tolleranza uno strumento di violenza e la guerra ineluttabile, considerando la pace un semplice intervallo, concezione che ha reso semplicemente superflua e falsa ogni arte, o scienza, o letteratura internazionale. Invece Hesse proclama: soprattutto, mai più si dovrà conquistare l’Europa con la forza! Non fu un pacifismo di circostanza, né una mentalità apolitica; fu un incessante prodigarsi per sollevare i combattenti al fronte, perpetrato con il concreto servizio di supporto culturale, spedendo libri ai soldati nelle trincee, perché la speranza di Hesse sarà sempre quella di ritrove nelle matrici valoriali europee la chiave per superare i conflitti nazionali, come quando Goethe aveva proclamato la sua amicizia per il popolo francese, il popolo di Voltarie, di Rousseau e Molière. Noi, più modestamente impegnati nella ricerca di un filo conduttore fra Hesse e Roth, pensiamo che l’infinita ricerca di una vita umana retta dallo spirito perseguita da Hesse, altro non è che l’altra faccia della stessa fede di Roth nel privilegiare l’identità dell’essere cittadino del mondo. E comunque, riflettiamo sulla splendida relazione di Marino Freschi le cui considerazioni ci sembrano entusiasmanti e che nel prossimo caffè letterario di maggio contiamo di rileggere soprattutto in preparazione della settimana della storia Europea che vedrà il suo culmine con la presenza di Gianenrico Rusconi. Ma questa – ci passi il gioco di parole! – sarà un’altra storia….
Avv. Giuseppe Moscatt
CONFERENZA PROF.FRESCHI |
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CAFFE LETTERARIO DEL 8-04-2014 |
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