Carissimi soci e amici,Cammina e vaga per la terra colui che dalla vita pretende sempre lo stesso fine, dunque cavalca e marcia, uno, due…. Eppure, l’ultimo passo dovrai farlo per forza da solo. E quindi mai si potrà accettare come buono che tutti cantino in coro anche per l’ultima volta.Con questa poesia, che diremo il suo manifesto culturale, proviamo ad aprire il nostro discorso su Hermann Hesse. Discorso complesso, affrontato da Mario Valastro, nostro animatore letterario, che Chi scrive ha stimolato lungo la serata. E prima di dare la parola al Nostro relatore, un altra poesia, ricordando che di Hesse romanziere tanto si è scritto, soprattutto dopo gli anni ’60, considerato che Hesse divenne il profeta del ’68 e della contestazione alla vita ordinaria.Com’è strano passeggiare nella nebbia. E’ solo ogni cespuglio, sola è la pietra, solo è l’albero di fronte agli altri, ogni cosa nella nebbia è sola. Piena di amici era la mia vita, sempre limpida era la mia giornata; ora che qui la nebbia scende, io non vedo più nulla . Veramente io non vedo più, neppure quando viene la notte, che impenetrabile e leggera ci separa da tutto. Com’è strano passeggiare nella nebbia! La vita è solitudine, nessun uomo conosce l’altro, ognuno è solo. Chi sa se il nostro Alessandro Quasimodo conoscesse già questa poesia?
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