Carissimi amici e soci, il programma di aprile va a completarsi e a chiudersi con un doppio intervento del nostro valentissimo socio, il prof. Sebastiano Fazzino. Nel ringraziarlo per il suo costante e insostituibile apporto alla vita della Nostra Associazione, dobbiamo pure salutare il prof. Pasquale Aloscari, impossibilitato a tenere la sua relazione sulla storiografia tedesca del’900, e non mancheremo al suo graditissimo intervento rinviato al prossimo autunno. Intanto, Sebastiano Fazzino, il 22 c.m. – e il 29 c.m. con il prossimo caffé letterario – si è dedicato a Federico II di Prussia, “l’altro Federico”, giusto per distinguerlo dal Federico di Svevia che Noi ben conosciamo agli albori dell’età moderna. Federico di Prussia, invece, vissuto fra il 1712 e il 1786, ha rappresentato il cuore della Germania contemporanea: sovrano illuminato, grande genio militare, tollerante, artista, filosofo, architetto, modello di Bismarck, amato da Hitler, mitico per aver combattuto contro una grande coalizione europea nella guerra dei 7 anni, ammirato, ma anche fortemente criticato da Voltaire e da Thomas Mann. La mitologia nazista ne fece falsamente un precursore, come se avesse preteso e anticipato la distruzione del “diverso” e avesse occupato i paesi europei in nome di uno “spazio vitale e di una razza superiore”…..In realtà, Federico il Grande attaccò Francia e Austria, Sassonia e Polonia solo per difendersi e mai avanzò diritti che non fossero di mera sopravvivenza. Piuttosto, credeva nella tolleranza, nella classe dirigente che si attivasse nell’economia e nell’agricoltura, nello Stato e nell’obbedienza cieca al capo, unico elemento che lo avvicinò a Hitler, insieme al culto per l’esercito, inteso come forza popolare inquadrata e allineata per la difesa della Patria, ma non certamente per aggredire o sterminare popolazioni. Infatti, nel suo piccolo Regno della Germania del Nord accolse tanti esuli per motivi di religione, cattolici, protestanti, ortodossi e libertini atei, in nome di una religione laica che aveva nello Stato il proprio Dio e di cui si dichiarava il primo sacerdote. Sulle Sue profonde contraddizioni, sugli strali che gli lancerà Voltaire e sulla simpatia che avrà per Lui il nostro Francesco Algarotti, Fazzino ci riferirà. Certamente se la rivista “die Zeit” del dicembre 2011 e se la Regione Culturale del Brandeburgo hanno ritenuto di onorare la memoria del Re Soldato – anzi a “Sans Souci”, sua dimora regale vicino a Berlino, dal 12 gennaio fino a maggio si terranno varie manifestazioni in sua memoria (v. www.kulturland-brandeburg.de/programm) – una ragione storica per quel Paese deve esserci, senza contare le ricadute del suo Regno in Italia. Infatti, la resistenza dell’Austria in Italia nell’’800 a non favorire l’unità dell’Italia, non derivava forse dall’avere ceduto nel secolo precedente la Germania centrale (la c.d. Slesia) alle mire prussiane? Meditate gente …, meditate…..e pensate, oggi, alla Merkel e alla sua politica europea…. Ma ascoltiamo Fazzino
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